Riceviamo e pubblichiamo

Il Capogruppo di Cantiere popolare Giovanni Civiltà, unitamente al capogruppo dell’MPA Alfonso Vassallo e del PDL Alfonso Mirotta, esprime tutta la sua rabbia ed irritazione nel vedere trasfigurata dai suoi stessi abitanti la villa Bonfiglio che oggi domina il boulevard del centro cittadino: l’area a verde, dopo l’eliminazione dell’inferriata che ne deturpava la visuale e la valorizzazione (non condividiamo il metodo e la forma), veniva restituita non molto tempo fa dal Sindaco alla Città presentandola come luogo di svago e area dove poter trascorrere con la famiglia o gli amici il proprio tempo libero, lontani dal traffico caotico ed assordante del centro urbano. Così sembrava dalle dichiarazioni del Primo Cittadino che grazie a quel piccolo accorgimento tecnico, l’unico nella villa in sei anni di amministrazione Zambuto, la città si fosse riappropriata di un luogo apparentemente perduto ed abbandonato privo di manutenzione del verde, mancante di un efficiente impianto di illuminazione e sprovvisto della custodia che ha messo nel lontano passato in pericolo l’esistenza stessa del Monumento ai Caduti disegnato dall’artista Mario Rutelli, parente del più noto ex Senatore Francesco. Oggi lo stesso Sindaco Zambuto, promotore dell’iniziativa che lo ha impegnato per diversi giorni a visionare e seguire direttamente i lavori come se questa fosse la priorità del momento (da qui si evince la perdita di contatto dell’esecutivo con la realtà locale) tralasciando problematiche più spinose ed importanti, ci presenta un modello di fruizione diametralmente contrastante a quanto proposto solo pochi giorni prima. Il fine settimana la villa, per dis-incanto, non si è trasformata nei Giardini pensili di Babilonia, in quelli del Vaticano o di Villa d’Este sul lago di Como, ma in barba a qualsiasi divieto la si è convertita in un “grazioso” posteggio abusivo (uno dei tanti) colmo di macchine e motori che con i loro scarichi a stretto contatto con i banchi alimentari, hanno messo in dubbio la qualità dei prodotti che lì, a pochi metri di distanza venivano venduti come biologici. Il mercatino del contadino allestito alla meno peggio, con poca attenzione all’aspetto e alla forma andrebbe, visto la sua collocazione e il contesto storico ed artistico, sistemato altrove. La villa Bonfiglio merita come gradisce qualche commerciante, e con essi l’intesa è massima, una destinazione ed un uso più nobile. I consiglieri auspicano una sistemazione del luogo di vendita dei prodotti agricoli in area diversa e più confacente alle esigenze dei clienti e di chi espone e vende il proprio prodotto. Sostituendosi ad un’Amministrazione inadeguata e poco solerte ad individuare un’area adatta al commercio di tali frutti della terra: proponiamo – continuano Civiltà, Vassallo e Mirotta – per lo sviluppo di questa attività produttiva l’area del viale centrale del Parco dell’Addolorata. Consentiremo così, se l’Amministrazione comunale dovesse accogliere la proposta dei consiglieri, l’ennesima falsa apertura di un parco che ha visto più volte il Primo Cittadino sfilare in pompa magna e banda musicale a seguito per inaugurarlo. Più volte si è chiesto invano, di studiare per il Parco dell’Addolorata -ricordano i consiglieri -modelli di gestione che potessero sgravare l’Ente da un impegno di spesa forte che liberino risorse finanziarie e consentano così con investimenti privati una vera apertura e libera fruizione dell’area. Mancanza di progettualità, incapacità, mancanza di idee e volontà di chi oggi governa, mortificando quotidianamente questo territorio, non consentono agli agrigentini di riappropriarsi, purtroppo e con sommo rammarico, di luoghi che un tempo sono stati al centro della vita sociale di questa città.